Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/203

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dati. S'elessero i Prefetti del pretorio a lor modo > cioè Plozio Firmo, già soldatello, allora Capo di scolte , e quando Galba era in piè, tenne da Otone: e Licinio Procolo, d' Otone famigliarissimo e sospetto d'averlo favorito. Della città fecero Prefetto Flavio Sabino, col giudicio di Nerone, che già gli diede tal grado : e molti riguardavano in lui Vespasiano suo fratello. Fu chiesto, che a'Centurioni si levasse la rigaglia, già diventata tributo, di farsi pagare da'soldatelli privati i risquitti dalle fatiche e da'lavori ; perchè i poveri per le tende , per le vie del campo si davano a rubare, assassinare, ad ogni gran fatica, ad ogni viltà ; per poter comperare il soldatesco riposo : il facoltoso era più crudamente angariato, per farlo uscire a comperarlo; onde misero e fiacco, di ricco e fiero, se ne tornava al padiglione: e così l'uno dopo l'altro, per povertà e licenza arrabbiati, precipitavano in discordie, sedizioni e guerre civili. Otone, per non si torre i Centurioni, largheggiando co' soldati, promise che il fisco farebbe ogn' anno quei pagamenti ; cosa utile e da principi buoni, sempre poi osservata per regola di milizia. In nome con-" fino in Isola Lacone lo Generale, e mandò innanzi Evocato ad ammazzarlo. Icelo fu giustiziato in pubblico per liberto.

XLVII. Alle sceleratezze di quel giorno già finito mancava questa del fare allegrezza. Il Pretor di Roma chiama il Senato ; il quale con gli altri magistrati fanno a chi più adula. I Padri corrono, decretano a Otone la podestà tribunesca , il nome di Augusto, e tutti gli onori de'principi ; sforzandosi tutti di non parer quei dessi, che dianzi tanti oltraggi li dissero, e così laidi: e niuno vide che gli