Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/246

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gli Otoniani, travi, cantoni, piombi e metalli, per li nimici infragnere e le opere fracassare. Stimolavali da ogni banda vergogna, gloria, diverso esortare e aggrandire ; di là le legioni e ’l poderoso esercito di Germania ; di qua la sovrana milizia guardatrice di Roma e del principe. Quelli a questi diceano, soldati da chiocciole e da meriggiare ne’ teatri; e questi a quelli forestieri e vagabondi: e d’Otone e di Vitellio contandosi le glorie e gli obbrobri, molto più s’ aizzavano.

XXII. Appena era di, che le mura fur piene di difenditori: la campagna luccicante di uomini armati; le legioni, insieme serrate: gli aiuti sparsi tiravano frecce o sassi alla cima delle mura ; assalivano ove erano dal tempo rotte o non guardate. Gli Otoniani di sopra , più grave e diritto lanciottavano i Germani,, temerariamente con orrido canto sottentrando, e li scudi a loro usauza sopra gl’ ignudi omeri percotendo. I legionari sotto le dette coperture zappano la muraglia: fanno trincea: spezzan le porte. Gli avversari, all’ incontro, rovesciano loro addosso condotti massi , che con gran tonfi sfracellano, conficcano , ammaccano; e la paura accrescendo la strage, perchè le mura fioccavano tanto più, si ritirarono con poco onore di quella parte. Cecina per la fama e vergogna della male assalita Piacenza, e per non farsi, standosi più in quel campo, uccellare, ripassato il Po, si dirizzò a Cremona, Nel suo partire gli si diedono Turullio Ccriale con molti dell’ armata e Giulio Brigantico con pochi cavalli : questi Batavo, Capitano d’ una banda ; quegli, di primopilo a Cecina non discaro . avendo avuto in Germania compagnia.