Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/299

Da Wikisource.

del campo della settima, fu levato dinanzi alla furia de'soldati, per troppo superbo comandare in tempo di guerra civile, e mandato a Vespasiano. Antonio, per accrescere a sua parte riputazione col venerarci il principato di Galba, e col far sì che si credesse risurgere quella parte , fece per ogni terra rimetter le immagini di quello, abbattute per le discordie ; cosa tenuta gloriosa , quanto più disiata.

Vili. Consultossi poi che la pianta della guerra fosse Verona ; perchè v' era pianura atta alla cavalleria , ond' eran più forti : e il torre a Vitellio sl possente colonia dava utile e riputazione. Nel passare si prese Vicenza, terricciuola- ma si stimò l'aver tolta la sua patria a Cecina Capitano del nimico. Giovaron bene i Veronesi con l' esempio e con la facoltà ; e si ritennero li eserciti di Germania , che non passassero per la Rezia e per le Alpi Giulie, le quali cose non sapeva o aveva vietate Vespasiano 5 il quale ordinò che in Aquilea si fermasse la guerra e s'aspettasse Muoiano : e parevagli (poichè s'aveva il granaio d'Egitto e'tributi di province ricchissime) che l' esercito di Vitellio per mancanza di danari e viveri potrebbe arrendersi. Il medesimo spesseggiando lettere , ricordava Muciano ; per vincere, diceva egli, con la spada nel fodero , ma in verità, perchè tutta la gloria della guerra si serbasse a lui. Ma i consigli per la distanza de' luoghi giugnevano dopo i fatti.

IX. Antonio repente scorse sino al campo nimico^ e con leggiere scaramuccia tastati gli animi , si Icvaron del pari: e Cecina s'accampò tra Ostilia, borgo veronese, e le paludi del Tartaro , sicuro luogo, di dietro , per lo fiume , e dallato per le paludi. Ch« se