Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/322

Da Wikisource.

il Daco e il Germano ci assalissero da due Lande. Favorinne, come spesso, la fortuna romana, che condusse là Muoiano e le forze d'Oriente, e ci sbrigò di Cremona. Fonteo Agrippa, stato un anno viceconsolo in Asia, fu mandato in Mesia e aggiuntovi forze dell'esercito Vitelliano; che per istar in pace, fu prudenza spargerlo per le province e occuparlo in guerre di fuori.

XLVII. L'altre nazioni non si stavano. In Ponto mosse subito armi uno schiavo barbaro, stato Ammiraglio del Re Polemone. Questi fu Aniceto suo liberto, già potente: e poichè fu ridotto il regno in vassallaggio, non potendo sofferire il nuovo governo in nome di Vitellio si fe'seguito in Ponto, invitando alla preda i più rovinati ; e già Capitano di moltitudine non disprezzabile , entrò subito in Trcbisonda, città molto antica in capo del Mar Maggiore edificata da'Greci: ammazzovvi cinquecento soldati del Re, già nostri aiuti: fatti poi cittadini romani, tenevano insegne e armi romane ; ma greca negligenza e licenza : arse l'armata e scorrazzava tutto quel mare, perchè Muoiano avea condotto a Costantinopoli le migliori galee e tutti i soldati ; e scorrevan quei Barbari con più dispregio, fabbricati repente lor navilj , chiamati camere, stretti dalle bande, col ventre largo, incastrati senza legatura di ferro o rame: quando è mar grosso, aggiungono tavole di sopra secondo i fiotti: chiudonvisi entro, e per l'onde si rivoltano, avendo due prue eguali e remeggio a ogni mano , e posson da ogni banda sicuramente approdare.

XLVIII. Spinse tal cosa Vespasiano a spedire Virdi o Gemino, soldato di prova, co' vessillari. Il