Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/335

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Ai diciotto di dicembre, udita la rivolta della legione e gente datesi a Narni, s' uscì di palagio vestito di nero in mezzo alla mesta famiglia col figlioletto in lettighina, che sembrava un mortorio. Il popolo, che gli era lusinghevole fuor di tempo, i soldati cheti e in cagnesco.

LXVill. Non è cuore umano che non fusse intenerito a vedere il romano Principe, dianzi padion del Mondo, abbandonato il trono della sua grandezza, per mezzo della città e del popolo, uscirsi dell1 Imperio. Cosa non veduta, non udita più unque. Fu Cesare Dettatore di repente ucciso ; Caio in occulto tradito ; Nerone nascoso di notte in villa sconosciuta" Pisone e G-alba caddero quasi in battaglia; ma Vitellio, in suo parlamento, tra' suoi soldati, a vista delle donne, dopo alcune parole e a sua fortuna convenienti: che per la pace e ben pubblico cedeva : avessono almeno di lui memoria e compassione de'suoi innocenti, fratello, moglie e piccoli figliuoli; e ora a tutti, ora a uno a uno porgendo Germanico, lo raccomandava; finalmente soffocato dal piagnere , si trasse da canto il pugnale,. e lo diede a Cecilio semplice Consolo, quasi dandogli la podestà sopra la vita e morte de' cittadini. Recusandolo egli, nè consentendolo gli uditori, si partì per portare nel tempio della Concordia le insegne dell' imperio e tornarsene a casa del suo fratello. Raddoppiaron le grida: » Non in (fesa privata: in palagio ». ti chiuser le strade, da quella in fuori che va in Via Sagra. Allora egli non sapendo che farsi, tornò in palagio.

LXJX. Già era sparso che egli renunziava l' Imperio} e Flavio Sabino avea scritto ai Tribunj che /