Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/341

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In quest' ultimo il tenue chi dappoco, clii moderato , e non sanguigno : ognuno, il perno di casa sua innanzi che Vespasiano fusse Principe. Odo, che a Muciano questa morte fu cara e buona per la pace ; perchè conoscendosi l'uno fratello d'Imperadoré, l'altro nell'Imperio compagno, si sarebbero invidiati. Gridando il popolo: muoia il Consolo.; Vitellio noi consenti, placato seco, e quasi per gratitudine dell'aver Attico, interrogato, chi mise fuoco nel tempio? risposto: » Io fui; » e con tale confessione o bugia, opportuna, scolpato di sì gran fallo i Vitelliani, e tiratosi tutto l'odio.

LXXVI. In que' giorni L. Vitellio pose il campo a Fcronia, per ispiantar Terracina, ove stavan chiusi accoltellanti e ciurme, clft non ardivano uscir fuori delle mura a combattere. Guidava, come dicemmo, li accoltellanti Giuliano, le ciurme Apollinare ; non come Capitani, ma licenziosi e pigri come la lor gentaglia : non usavano scolte, non mura deboli fortificare; dì e notte poltrire; per li giardini far rombazzo; a'piaceri, vagando, attendere; non di guerra, se non a tavola , ragionare. Apinio Tirone, uscito fuori pochi dì innanzi a mugnere quelle terre acerbamente , dava più carico che utile alla parte.

LXXVII. Uno schiavo di Verginio Capitone fuggl a L. Vitellio e offerse, avendo compagni, dargli d'imbolio la rocca non guardata. A notte scura con gente spedita saghe il monte in capo a' iìimici. Indi a rovina corre a tagliargli a pezzi, non a combatterli. Disarmati o correnti per l' arme, li sbatacchia, chi sonnacchiosi, chi sbalorditi dal buio, spavento, nimiche trombe e gridai Pochi accoltellanti, che fecer testa, caddero vendicati, gli altri si gittavano a seavezzacollo