Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/357

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contro a lui; ma al Consolo, che aveva pronunziato secondo gli antichi, che per levare competenze e nimicizie, facevano gli ambasciadori per sorte. Non era nato cosa da scambiar gli antichi ordini, nè da rendere l' onore del Principe , disonore d' altrui. A questo complimento era atto ciascuno ; guardassesi più tosto , che l ' ostinazione d' alcuno non irritasse il Principe nuovo , sospeso, e osservante i volti e le parole di tutti. Ricordarsi in che tempo era nato , e che forma di governo aressero ordinato i Padri e gli avoli : ammirar le cose passate e seguitar le presenti; pregar d'aver buoni Imperadori e torglisi chenti sono. Che la sentenza del Senato, e -non lo suo aringare, afflisse Trasea, avendo Nerone usalo sue crudeltà per tali mezzi : nè la sua pratica gli fu men grave, che agli altri l'esiglio. Fusse finalmente Elvidio per rostanza, per fortezza, un Catone, un Bruto; egli essere uno di quel Senato che insieme ha servito ; gli darebbe bene un buon cosiglio , di non fare il satrapo co' Principi : non dar il compito a Vespasiano , vecchio , trionfatore e Padre di figliuoli non più fanciulli. Però che, sì come i pessimi Imperadori voglion dominar senza freno, così i quantunque ottimi , che non si abusi la libertà ». . Datesi queste punture, il favor fu diviso : e vinse il fare gli ambasciadori per tratta ; avendo anche i neutrali puntato che si mantenesse il costume ; e quei di più splendore temuto dell' invidia, se fussero eletti.

IX. Seguitò un' altra contesa de' Pretori dell' erario ( perchè allora essi lo maneggiavano ) ; dolendosi che il comune impoveriva, chiedevano regola alle spese. Il Consolo eletto, per la importanza e dif* Acuità