Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/362

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pace . e 'l medesimo avrien fatto delle castella , se non fussero state abbruciate da'nostri , per non poterle tenere. Insegne , stendali , e quanti soldati vi erano , si ridussero nella parte di sopra dell' isola sotto Aquilio di prima fila : nome e non forze di esercito , avendone tratto Vitellio il fiore de' vicini contadi Nervi e Germani , caricato d' armi un numero di cerne.

XVI. Civile voltosi all' inganno , biasimò i Capitani d' aver abbandonate le castella; fermerebbe egli con la coorte sua il tumulto dei Canninefati : torJ nassero ne' loro alloggiamenti. Seppesi il consiglio frodolente dello sbrancare le coorti, perchè fussero meglio oppressi : e che non Brinio , ma Civile governava : scoprendosi a poco a poco quegli indizj che i Germani , che si rallegrano della guerra , non seppero ritenere. Fallitogli Io ingannare , passa alla forza. Ordina di Canninefati , Frisi e Batavi , tre proprie punte. Schieransi i Romani all'incontro presso -il Reno , e con le prue volte al nimico delle navi quì, j approdate, dopo le castella arse. Non s'era molto combattuto, quando i Tungri passaron con le insegne a Civile. Colti a tal tradigione i soldati nostri e spaventati, erano uccisi da' nemici e da'compagni. Nelle navi ancora eran traditi. Parte, de'vogatori batavi impedivano gli uffici de'marinari e de'soldali, quasi per non sapere; si contrappongono, e voltano alla riva le poppe ; finalmente ammazzano i Governatori e'Centurioni se non vogliono quello che essi 'r tantochè tutta quella armata di ventiquattro legni fu presa o si ribellò.

XVII. Gloriosa allora e poi utile fu quella vittoria; .acquistate armi e navi, onde erano bisognosi,