Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/370

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la mancata acqua a ubbìa, che insino a'fiumi e l' antiche difese dell' imperio , ci abbandonassero ; quello che nella pace si dice caso o natura , allora si diceva destino o ira d' Iddio. Entrati in Novesio, si unirono con la legione tredicesima : e il Legato Erennio Gallo fu con Vocula compagno al governo. E non s' assicurando d' affrontare il nemico, posero il campo nel luogo detto Gelduba. Quivi col mettere in ordinanza , fortificare , bastionare e altri esercizj da guerra , facevan buoni i soldati , e per adescarli a virtù con la preda , Vocula condusse l' esercito ne' vicini villaggi de' Gugerni, collegatisi con Civile, lasciatone parte- con Erennio.

XXVII. Una nave di grano era per sorte arrenata non lungi dal campo : i Germani la tiravano alla lor preda. Erennio mandò una coorte per difenderla. Vennervi più Germani : e a poco a poco cresciuti aiuti , si combattè. I Germani con molta strage dei nostri presero la nave. I vinti ( come s' eran fatto uso ) non la davano a loro poltroneria , ma a perfidia del Legato. Tiranlo fuori del padiglione, stracciangli i panni , domandangli a suon di bastone, per quanti danari, con qua' compagni aver tradito l'esercito. Tornano a maladire Ordeonio , lui autore, costui ministro del tradimento : egli per paura della morte minacciata, anch'egli disse averli traditi. Ordeonio fu legato 3 e alla venuta di Vocula, sciolto ; il quale il dì seguente ammazzò i Capi della sedizione. Tanto diversamente era quello esercito licenzioso e paziente. Senza dubbio i soldati privati eran fedeli a Vitellio ; i grandi volevano Vespasiano. Però or si facevano i mali, or si gastigavano: mescolavasi col furore l' ubbidienza , nè si potevan frenar quei che si potevan punire.