Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/395

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Venne l'ora del partire, più dolorosa che non si erano immaginata, perchè dentro alli alloggiamenti non si notava tanto la cosa bratta come fuora e di dì. Le immagini delli Imperadori per terra: le insegne lorde, risplendendo quinci e quindi li stendali gallici. Le file chete come lunghe esequie; dato loro per Capo Claudio Santo, di poco cervello, di spietato viso, e cieco da un occhio. 1l male raddoppiò per l' altra legione che lasciò gli alloggiamenti di Bornia, e mescolassi con questi. Alla fama delle prese legioni, corsi da'eampi e casali i popoli, che piuma tremavano del nome romano, gongolavano del nuovo spettacolo. La banda de'cavalli Picenlina, non potendo sopportar le risate del volgo insolente, con tutte le promesse e minacce di Santo, se n'andò a Maganza ; e per avventura rincontrato Longino , che uccise Vocula, il salutarono co' lanciotti; e questo fu principio del loro disco1pamento. Le legioni seguitando il viaggio, si fermano sotto le mura de'Treviri.

LX1II. Civile e Classico , insuperbiti per le prosperità, consultarono di concedere a'loro eserciti il sacco della Colonia Agrippina: crudeltà naturale e agonia di preda li vi traeva: ragion di guerra non era; ed è utile a' nuovi Stati l'esser bociato clemente. Civile ancora si ricordò del beneficio degli Agrippinesi, che custodirono con onore il figliuol suo, fatto ivi prigione al principio de' movimenti. Ma le genti oltre Reno odiavano quella città, troppo ricca e cresciuta : nè parea potersi alle guerre dare altro fine, che farla risedenza comune di tutti i Germani, o spiantata lei, rimanesser anche gli Ubj disfatti.

LXIV. Laonde i Tenteri, popoli oltre Reno, man*