Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/412

Da Wikisource.

d'Egitto. Molti dicono, questo esser Esculapio , perchè sana gl'infermi: altri Osiride, antichissimo nume di. quelle genti; altri Giove onnipotente; moltissimi il padre Dite, da certi segnali che il mostrano o argomentano.

LXXXV. A Domiziano e Muciano, non ancor presso all'Alpi , fu portata la nuova del seguito nei Treviri; e per certezza della vittoria, presentato prigione Valentino Capitano dei nimici, non perduto d.' animo ; e mostrava nel volto il passato ardire e la fierezza. Fu lasciato favellare per chiarir sua natura : e sentenziato , essendogli nel morire rimproverata la sua patria presa, rispose : Perciò andarne volentieri. Muciano allora diè fuori quello che più tempo s'era tenuto in petto: » Allora che, per grazia delli Iddii, le forze de' nimici erano abbattute, non essere degnila di Domiziano finita quasi la guerra, intervenire nell'altrui gloria. Se si trattasse dello stato dell' Imperio e della salute delle Gallie , dovrebbe la persona di Cesare trovarsi in campo. Canninefati e Batavi essere imprese da minor Capitani. Risedesse egli in Lione, mostrasse da vicino l'imperial grandezza e fortuna; non intrigato ne' pericoli piccioli pronto a provvedere a' maggiori.

LXXXVI. Domiziano attinse l'arte, ma col fare il semplice, mostrò osservanza e andossene a Lione; donde si crede che per segreti messaggi egli tastasse Ceriate se , essendo quivi, gli consegnerebbe l'esercito e titolo dell' Imperio. Se egli disegnò far guerra con quelle foTze al padre o fortificarsi contro al fratello , non si seppe, perchè Ceriale con destrezza salutifera il trattò da fanciullo bramoso e vano. Vedendosi Domiziano da'vecchi sprezzare come giovane^