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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/42

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42 DEGLI ANNALI

gellino sempre più in auge procura la morte di Plauto e Silla. — LX. Nerone scaccia Ottavia, richiama Poppea. Il popolo in tumulto fa che s’affretti l’esilio d’Ottavia; uccisa poi in Palmarola.

Anno di Roma dcccxii. Di Cristo 59.

C. C. Vipsanio Aproniano e L. Fonteio Capitone.

An. di Roma dcccxii di Cristo 60.

C. Ner. Claud. Ces. la IV volta e Cosso Cornel. Lentulo.

An. di Roma dcccxvi. Di Cristo 61.

Consoli. Cesonio Peto e Petronio Turbiliano.

An. di Roma dcccxv. di Cristo. 62.

Consoli. P. Mario Celso e L. Asinio Gallo.

I. Nel consolato dì C. Vipsanio e Fonteio, non soprattenne più lungo Nerone il suo lungo e scellerato pensiero, fatto audace per lo molto regnare, e spasimando ogni di più di Poppea, la quale non isperando, vivente Agrippina, ch’ei la togliesse per moglie, e cacciasse Ottavia, a ogni, poco il garriva, o motteggiava, che egli era ne’ pupilli, aveva il compito; non che imperio, non libertà. „Per che altro indugiava a torla? Forse li parea brutta? senz’avoli trionfanti? temea noa fosse sterile o di poco animo, o si peritasse, essendo moglie, a scoprirgli l’ingiurie de’ Padri, l’ira del popolo per la superbia e avarizia di sua madre? La quale, se non poteva patir nuora, se non odiosa al figliuolo, rendessela al suo Otone; dileguerebbesi in capo del mondo, per udire, anzi che vedere con suo pericolo, gli smacchi dello Imperadore.„ Tali stoccate alla superba madre, con