Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/424

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di antiche scritture, che in quel tempo risorgerebbe l’Oriente, e di Giudea verrebbero i padroni del Mon<ào che accennavano Vespasiano e Tito: ma il poTolazzo, secondo uman desio, a sè appropriava cosi. :4to destino: nè al vero gli voltavano le avversità. Jecentomila troviamo il numero d' ogni età e sesso degli assediati, armati i potenti e molti più, per pari ostinazione , di donne e uomini. E dovendo mutar luogo , più temevan del vivere che del morire. Contro a sì fatta città e gente, non valendo impeto « assalti , risolvette Tito Cesare osteggiare con Cavalieri e vinee. Alle legioni divise le cariche : e fermò il combattere, sì fosser presti quantunque ordigni mai trovaro antichi e moderni da prender città.

XIV. Ma Civile, dopo la rotta ne' Treviri, rifatto in Germania esercito ,"si fermò a Campovecchio, luogo sicuro, e da crescer animo a'Barbari per le passate prosperitadi. Cariale gli tenne dietro , rafforzato dalle legioni seconda, sedicesima e quattordicesima. I fanti e cavalli chiamati, dopo la vittoria sollecitarono. Nè F uno nè l' altro Capitano era tardo, ma gl' impediva la gran pianura acquidosa ; e Civile con certa pescaia fatta attraverso al Reno, vi volgeva l'acqua, e quelli allagava. Così era il luogo di guado non sicuro, e svantaggioso per noi ; perchè i Romani son gravi d' arme e nuotano con paura : i Germani armati leggieri , allevati in su l' acqua, alti di corpo.

XV. Punti adunque da' Batavi, i più feroci dei nostri attaccaron battaglia, e impauriro , affogando nell' alte paludi armi e cavalli. I Germani pratichi ne' fondi, a quelli assalivano non la fronte, ma 1 fianchi e le spalle; e combattevasi, non come a fM'edie alle mani,