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L. Roma, Italia tutta, impazzò di gioia al ritornar Tito. Doppio trionfo decretò il Senato al Principe e a Cesare; uno lor ne bastò, per non gravar di vane spese lo Stato. La prima volta qui fu che padre e figlio insieme trionfar vide Roma. Magnifica ne fu, come nuova, la decorazione. Il dì prevenendo, si squadronò la milizia al tempio d’ Iside, ove Tito e’l Padre fermatisi la notte, a’ primi albori con lauro al crine, e in porpora, avanzarono ver il portico d’Oì.tavia, accolti dal Senato, da’Capi dei magistrati, dagli Equestri. In tribunale assisi su eburnei seggi, i soldati laureati , e ’n vesti di seta, colle solite acclamazioni le virtù degl’ Imperadori esaltano. Indi fatto silenzio, Vespasiano, velato il capo, fa le usate preci, e con lui Tito : e dopo breve parlare agli astanti , manda air apprestato pranzo i soldati. Torna poi col figlio alla porta trionfale, ove preso lieve cibo, vestonsi da trionfo ; e scannate anzi agli Dei, siti alla porta, le vittime, cominciò la pompa colla maggior solennità.
LI. Poichè in quella pace d’ Impero, le ricchezze del soggiogato mondo, miracoli d’arte, rarità dinatura, misersi in mostra; come pur a carra, vesti di porpora e a ricamo babilonese, e gemme foggiate in corone e in simili fregi. Spiccavano dei Numi i simulacri di stupendo lavoro e grandezza, e animali al vivo effigiati. Tutto era oro, argento, avorio: sino a’ facchini, in vesti luceano di porpora e di oro: de’ prigioni stessi la deformità era da’ vari abbigliamenti corretta. Tra tante dovizie gran figura faceano le smisuraté moli a tre e quattro ordini; onde alla pubblica vista mostravansi tutti della giudaica guerra i traiti a maraviglia espressi: le pugne; il disertare;