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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/73

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LIBRO DECIMOQUARTO 73

poco per potere esser tmerario a suo tempo. Questi gran riccone, anche fingere di volersi stare; ma di fare atti da quelli antichi romani. Essersi fatto stoico, cioè arrogante, inquieto, e cupido, di maneggi.„ Non ci volle altro. Silla, il sesto giorno, giunti gli ammazzatori a Marsilia, prima che averne sentore o paura, fu morto a mensa. Nerone, quando vide la testa portatagli, la beffò, che era incanutita innanzi tempo.

LVIII. L’ordine d’uccider Plauto non andò sì segreto; perchè a più era a cuore la sua salute: e per lo spazio del cammino e del mare e del tempo n’uscì fama; e dicevasi, che egli andò a dire a Corbulone, che allora grandi eserciti governava: Che se gli uomini da bene e famosi, si dovevano così ammazzare ei sarebbe il primo; e che l’Asia prese l’arme a favor del giovane; e che i mandati a far l’effetto non furon tanti, nè v’andaron di buone gambe; e poichè, nol poter fare, con lui s’accontarono, cercando nuove speranze: queste cose dicevano e credevano gli sfaccendati. Ma Antistio suo suocero per un liberto di lui, che per vento prospero giunse prima del Centurione, gli scrisse: „Non volesse vilmente morire; starsi a man giunte; raccomandarsi; far increscere del suo gran nome; troverebbe de’ buoni: ragunerebbe de’ bravi; non disprezzasse niuno aiuto; resistesse a sessanta soldati, che tanti Nerone ne mandava; innanzi che ei lo sapesse, e altra, mano venisse, nascerebbero molte cose atte a fargli guerra; potergli in somma qual partito o recar la salute, o nulla peggio di ciò che, standosene, gli avverrebbe.

LIX. Ma Plauto non se ne mosse, o per non isperare così disarmato e in esiglio, alcuno aiuto, o per