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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/90

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90 DEGLI ANNALI

bondanza, e nol rincarò; benchè da dugento navi nel porto stesso per gran tempesta e cento altre condotte per lo Tevere, per la disgrazia di fuoco, n’andasser male. Fece tre ufficiali dell’entrate publiche; stati Consoli, Lucio Pisone, Ducennio Gemino, Pompeo Paulino; tassando i passati principi, d’aver speso più che l’entrate; dove egli donava l’anno un milione e mezzo d’oro alla repubblica.

XIX. In quel tempo era cresciuta una mala usanza, che in su’l fare gli squittini o trarre i reggimenti, molti senza figliuoli fingevano d’adottarne; e avuti gli onori, dovuti a ogni padre, manceppavano i figliuoli adottati. Onde i veri padri con grande stomaco ricorrono al senato: ricordano la ragione della natura, le fatiche dello allevare, contro alla fraude, artifizj e brevità delle adozioni: „Dover bastare a chi figliuoli non ha, esser grato, onorato, ricco di tutti i beni, senza carichi o pericoli. Torneranno ridicoli i promessi premj dalle leggi a que’che gli aspettan cent’anni, se si daranno i medesimi incontanente a chi ha figliuoli senza fatica, e perdegli senza duolo:„ Ne nacque un partito del senato, che per adozione simulata non si desse ufficio pubblico, nè redità.

XX. Claudio Timarco candiotto fu querelato di cose solite a’ potenti delle province, che si mangiano i minori. Ma quel che toccò nel vivo il senato, fu una parola, che il fare ringraziare o no i viceconsoli che tornavan di Candia, stava a lui; la qual cosa Trasea Peto tirando all’utilità pubblica, poichè ebbe giudicato doversi il reo cacciar di Candia, così soggiunse: „La sperienza ha mostrato, Padri Coscritti, che le sante leggi e gli esempi nascono appo i buoni