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tiene maggior robustezza, senza aumentare di molto il peso ed il costo del veicolo.

Le vetture che si adoperavano ai primi tempi delle ferrovie erano assai piccole e non avevano più di due assi: in seguito si fecero vetture a tre assi e infine le lunghissime vetture che poggiano su due carrelli, ognuno a quattro o sei ruote, Questi carrelli sono girevoli intorno ad un perno, per maniera che nelle curve si dispongono secondo il raggio e non creano ostacolo alla circolazione, come avverrebbe se si adottassero per veicoli assai lunghi gli assi rigidi.

Abbiamo già detto che il telaio del veicolo appoggia sugli assi per mezzo di molle. Occorre aggiungere che, per fissare la posizione degli assi rispetto al telaio, questo porta nelle fiancate altrettante appendici quante sono le ruote, aventi la forma di U rovesciato e che si chiamano piastre di guardia. Queste piastre rimangono a cavallo delle boccole, che sono scatole metalliche, contenenti il cuscinetto in bronzo, che poggia sul fuso dell’asse, e l’olio per la lubrificazione. Sulla boccola poggiano le molle, che sono quasi sempre a balestra, cioè composte di tante foglie sovrapposte di lunghezza differente, in guisa da avere insieme grande robustezza e sufficiente flessibilità.

Poichè, nei treni, i veicoli vengono a contatto e spesso si comprimono o si urtano, è necessario che alla estremità siano muniti di respingenti, specie di piatti portati da un gambo che scorre in una custodia munita di una molla per smorzare gli urti.

Costituiscono un altro particolare importante del veicolo ferroviario gli organi di attacco, che consistono in un sistema di ganci e di maglie, applicati al telaio coll’intermediario di una molla. Per unire due veicoli il gancio dell’uno si fa entrare nella maglia dell’altro e per mezzo di un tenditore a vite si avvicinano più o meno i veicoli, comprimendo le molle dei respingenti. Nei treni viaggiatori l’aggancio si fa