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moto. Ma questi primi inventori pensavano di ricorrere ad una macchina magneto-elettrica, mentre il tedesco Werner Siemens applicò alla trazione la dinamo, inventata nel 1864 dal nostro Antonio Pacinotti e potè presentare all’esposizione del 1879 a Berlino il primo saggio di ferrovia elettrica che abbia funzionato in modo veramente pratico.

Il concetto su cui si basa la trazione elettrica è quello che vien detto della trasmissione dell’energia elettrica a distanza. Se possediamo una dinamo, cioè una macchina che, messa in moto, produce la corrente elettrica, e se mandiamo la corrente così indotta in un’altra dinamo, questa si porrà in moto. Tale principio è importantissimo non tanto in sè, perchè si conoscono altri mezzi per trasmettere a distanza il moto da una macchina che lo produce ad altra che lo utilizza, ma perchè la trasmissione elettrica presenta sulle altre forme di trasmissione importantissimi vantaggi. In tutte le trasmissioni di energia si verifica inevitabilmente una perdita, ma la elettricità permette la trasmissione con perdite molto limitate, anche quando il movimento di una grande macchina viene comunicato a tante piccole macchine, agenti a velocità assai diverse dalla prima.

Nella trazione elettrica non abbiamo più, come nella trazione a vapore, una locomotiva colla caldaia in cui si crea la forza meccanica bruciando il carbone, ma una grande officina, ove, bruciando il carbone o utilizzando un salto d’acqua, si pone in moto una macchina produttrice dell’elettricità, una conduttura che corre lungo i binari, e tante altre macchine elettriche poste in moto dalla corrente loro fornita dalla conduttura. Questa seconda serie di macchine è costituita dalle vetture elettriche delle tramvie e dalle locomotive elettriche delle ferrovie.

Noi dobbiamo supporre nel lettore la conoscenza della macchina elettrica; perciò ci limiteremo a trattare ciò che è speciale alla trazione elettrica.

Da quel che si è detto innanzi, ogni ferrovia o