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capitolo ix. 81

la casa di nome Fanazachi, e qui sentirono la voce di una fanciulla che, al secondo piano, si esercitava con molta grazia a cantare un’arietta di melodramma:

«Da voi divisa, o teneri
Miei genitor, lungh’anni,
Dopo i sofferti affanni
Or vi riveggo alfin.»

«Così fosse! quanta contentezza ne avrei!» disse Comaz, mettendo un lungo sospiro e non accorgendosi di parlare. Qui gli occhi suoi s’incontrarono, senza volere, con quelli di Ofana. «È vostra figlia Ojosci quella che canta quest’aria?»

«Sì, ho la fortuna di avere per nostro vicino il maestro Zuruzava. Mia figlia poi, sempre bambina com’è, anche a farla cantare in pre-