Pagina:Tanehiko - Uomini e paraventi, 1872.djvu/212

Da Wikisource.

capitolo xvii. 185

ziale, fortunatamente, son io. — Per una malaugurata disputa a proposito di un beccaccino, al quale io lanciai una freccia senza punta, incorsi nella collera del mio signore; ed esule fin da quel giorno, per non servire un secondo padrone, ho tenuta segreta la mia qualità d’uomo d’armi. In questo tempo, sebbene io mi sia dato ad una vita di leggerezze, non ho mai per un momento dimenticato i benefizi ricevuti dal mio principe, l’amorevolezza dei genitori, e il dolce pensiero del paese ove nacqui. Ma se non era questa lettera, chi sa mai quando mi sarebbe sembrato opportuno il momento di ritornare alla casa paterna! e frattanto avrei forse finito di corrompermi nelle mollezze della vita cittadinesca. A voi dunque io devo, o Comaz, se con questo