Pagina:Tanehiko - Uomini e paraventi, 1872.djvu/80

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capitolo vii. 53

dopo essersi guardata attorno, l’unì ad una lettera che aveva già scritta a dichiarazione della sua volontà, e il tutto riposa nella scatola in forma di cane, che era sempre là fra i balocchi di Cojosci.

«Ebbene, mia buona madre, io vi saluto. Abbiatevi ogni cura, vi raccomando.»

Mamma Cucciva a quelle parole non potè trattenersi nell’alcova, e venendo fuori a tastoni: «Ah! dunque partite già? Per un’occasione come questa d’oggi figuriamoci quanto vi sarete fatta bella, e che magnifica muta di panni! Oh potessi vedervi, mi basterebbe con un sol occhio!... ma questi sono discorsi inutili, cieca mia!... Andiamo, fatemi almeno sentire a tasto.» E così dicendo, si accostava in atto di palpare.