Pagina:Tarchetti - Disjecta, 1879.djvu/107

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canti del cuore. 71

tura. Io sogno l’esistenza di quindici anni... Oh lasciate, lasciate dunque che io sogni.

Più dolce del canto dell’usignuolo, più ardente dell’occhio della gazzella, erano la tua voce, e le tue pupille, o Malvina. Oh perchè non mi affatico io di dimenticarle? Cento notti trascorsero dall’ora della nostra separazione. Io benedico la notte, perocchè dessa sia compagna della mia solitudine. Sola conobbe la nostra felicità, sola conosce la nostra sventura; splende il patetico raggio della luna, anche sull’infelice... Volgono ora nella mia anima tristi pensieri di morte, abbandonatemi al mio dolore... una morte io debbo piangere, ed è quella della mia giovinezza.

Come trascorrono le acque del fiume sotto la superficie gelata, così passano ignorati fra le lacrime, e velati da un sorriso menzognero i giorni della mia vita; il mio destino li ha numerati e il mio destino è governato dall’amore. E perchè dovrò io vivere senza di esso?.. Voi