Pagina:Tarchetti - Disjecta, 1879.djvu/21

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i. u. tarchetti. ix

a dimostrare che veramente erano ben fondate le speranze di questi ultimi e subito incominciò e condusse a termine il suo primo racconto: Paolina.

Era la storia di una fanciulla povera, una crestaia del portico de’ Figini, che sedotta e tradita moriva consumata di dolore, dopo essere vissuta tristamente, per qualche tempo... Era la delicata canzone, anzi la elegia malinconica di un cuore triste ed innamorato. Ma, letto da pochi, quel libro incontrò per via la mala fortuna ed, in breve, quanti ne aveano avuto contezza tanti lo dimenticarono.1 Egli restò come colpito nel cuore da così fredda indifferenza, e mostrando a questo modo di tenere il broncio col pubblico, volle tacere per più di un giorno e tacque.

  1. Pur giova qui ricordarlo; circa quel tempo noi gittavamo il meglio del nostro sangue e delle nostre vite tra Custoza e Lissa.