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vi vedeva tutti i giorni, e non usciva mai dalla mia stanza perchè aveva vergogna di voi, temeva di dispiacervi, sono così brutta! Mio cugino non è cattivo, mi vuol bene, ma non mi sa comprendere; gli altri sono gente grossolana, buoni, ma rozzi — soldati! Non vi siete che voi che possa capirmi, sopportarmi senza umiliarmi, compiangermi. Perchè non v’ha alcuno tra essi che non mi rispetti, è vero, ma in segreto mi deridono, ne sono ben certa, lo sento.

Dicono che sono dispettosa, volubile, ironica, spesso cattiva.

Son essi, è il mondo che mi ha fatta diventare così, mi conoscerete. Ho bisogno di essere conosciuta, capita.

Voi non potete immaginare come questi uomini che dicono di saper tante cose, che sembrano conoscere il mondo sì bene, e ne ridono, sieno poi tanto ignoranti, tanto superficiali nella scienza del cuore umano. S’illudono perchè si conoscono tra loro, e si conoscono tra loro perchè sono tutti eguali! Voi siete diverso, voi; mi è bastato vedervi per comprenderlo. Non vi domando che la vostra protezione, la vostra tolleranza. Ho qui nel cuore tante cose che mi fanno male, perchè non le posso mai dire; e poi lo vedete, sono malata, sono anche brutta, assai brutta, dovete aver compassione di me... quella compassione amorevole, generosa, sincera che non ho trovato mai, mai, e di cui sento tanto bisogno. Non mi rifiuterete la vostra pietà, ditelo, non me la rifiuterete!

— Buona creatura, esclamai io profondamente commosso, sì, avrete tutta la mia amicizia, tutta la mia confidenza; avrò anch’io tante cose a dirvi; sarò felice di avere un’amica...

E trovandomi imbarazzato a continuare, strinsi calorosamente la mano che ella aveva posto nella mia.

— La vostra mano è ardente.

— Ho la febbre, l’ho sempre.

— Sentite, riprese ella dopo qualche istante, ho bi-