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come un segreto santissimo di famiglia. Ma la morte di Marianna mi scioglieva dall’obbligo del silenzio.

Ora le traccie di quegli avvenimenti sono sparite, il teatro di quegli affetti e di quelle sventure è sottratto per sempre alla vista degli uomini. — Tutto finisce, e di tante speranze, di tanto amore, di tanta bellezza non rimasero che tre sepolcri ignorati. Ma dovremo noi credere che sia tutto inesorabilmente finito?

Una vaghezza di malinconia mi trasse pure un giorno a visitare la tomba di Paolina. — Essa è sepolta nel cimitero del Gentilino — alla sinistra della porta, non più in là di venti passi dallo stipite lungo la parete; non vi ha che una croce nera senza iscrizione, e se pure esistono tuttora, mentre io scrivo, alcuni steli disseccati di un rosaio che non ha attecchito.

Nel mio ritorno in città una grande carrozza da caccia a due pariglie veniva verso di me, sollevando un nembo di polvere lungo la via. Tra quella brigata di cacciatori, distinsi il conte di F. e il marchese di B. che urlava ad alta voce: sì, vi ripeto che non è difficile come voi dite, quella ragazza sarà mia fra otto giorni: ne vanno cento napoleoni.

— Voi perderete la scommessa, diceva un’altra voce.

— Ne vanno duecento, replicava con insistenza il marchese.

— Presto, presto, aggiunse il conte di F. — finiamola — sferza cocchiere e affrettiamoci alla fattoria.

fine.