Pagina:Tarchetti - Paolina, 1875.djvu/37

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paolina. 37


— Oh, questo no; vi conosco bene, molto bene, marchese, e poi non ho forse indovinato che vi ci siete incaponito per la sua renitenza?

— Appunto, e più vi medito sopra, vedo che non vi ha altro motivo; ben inteso, lasciamo da un lato la sua bellezza, perchè io sono uomo, e peccatore, e un ostinato peccatore.

— Quando è così, non si tratterebbe dunque che di procurare una soddisfazione al vostro amor proprio....

— Parmi che voi mi leggiate nel cuore, ma il modo?

— Ve ne sono molti.

— Per esempio?

— Si può simulare un amore di sentimento, si cerca di attirarla in casa vostra, le si toglie dal fianco quell’amoroso, e se occorre, le si promette di sposarla; che ne dite? e poi io credo che la mediazione di quella signora possa molto, possa tutto, ove sia eccitata da una ricompensa vistosa.

— Non ve ne ha uno tra questi consigli, che io non abbia già effettuato, meno quello di togliere di mezzo, con qualche modo, quel giovinastro.

— Ed ecco ciò che dovete fare.

— È presto detto.

— E anche agevole il farlo; vi sono mille maniere.

— Ma voi mi fareste impazzire, ditele, dunque; non sapete che sono pressochè due mesi che mi occupo di questo affare, ed è una cosa vergognosa per me, il non esserci ancora riuscito; una cosa umiliante, lo capisco. — Figuratevi, e non vo’ dirlo per vantarmene, che non ho sciupato neppur tanto tempo per quella baronessa di..., e sì che era quella