Pagina:Tarchetti - Racconti fantastici, 1869.djvu/45

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mi ascoltato con molta attenzione; quelle nozze non si faranno, ve ne do la mia parola. Ho potuto esitare fin ora, ma adesso...

— E come intendete di opporvivi?

— Non so, vedrete. E aggiunse con voce terribile: no, quelle nozze non si faranno. Io, io stesso le renderò impossibili... perchè... esse non devono farsi. Perchè son io che dovea godere di quella felicità, perchè io lo detesto quell’uomo, perchè è lui che mi ha rapito l’amore di Silvia... perchè io l’odio!




Al domani mattina Davide venne per tempo a trovarmi in mia casa. Egli era calmo, ma di quella calma fredda e convulsa che si distende come un velo sulle fattezze quando la riflessione ha già concentrato tutta la lotta nel cuore. È delle tempeste del cuore umano come di quelle dell’Oceano: le meno apparenti sono le più profonde.

— Vengo, egli mi disse, a chiedervi alcune notizie riguardo alle rivelazioni che mi avete fatto ier sera. Ci ho pensato tutta notte e non ho chiuso occhio; avrei d’uopo sapere ove abita il conte di Sagrezwitcth, e s’egli è tuttora a Milano. Voi forse potete dirmelo.