Pagina:Tarchetti - Racconti fantastici, 1869.djvu/7

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quelli. Essa non ha potuto avanzarsi di più, e ha trattenuto le nostre credenze sulla soglia di questo regno inesplorato. Poichè nell’ordine dei fatti noi possiamo ammettere delle tesi generali, delle verità complesse; non nell’ordine delle idee.

Dove i fatti sono incerti, le idee sono confuse. Avvengono fatti che non presentano un carattere deciso, sensibile, ben definito, e che la nostra ragione calcolatrice non sa se negare od ammettere. Vi sono perciò idee incomplete, oscure, fluttuanti, che non possono presentarsi mai sotto un aspetto chiaro, e che non sappiamo se accettare o respingere. Questa incertezza di fatti, questa incompletazione di idee, questo stato di mezzo tra una fede ferma e una fede titubante, costituiscono forse ciò che noi chiamiamo superstizione — il punto di partenza di tutte le grandi verità. Perchè la superstizione è l’embrione, è il primo concetto di tutte le grandi credenze.

Qualora io vedo una superstizione impadronirsi dell’anima delle masse, io dico che in fondo ad essa vi è una verità, poichè noi non abbiamo idee senza fatti, e questa superstizione non può essere partita che da un fatto. Se esso non si è ancora rinnovato e