Pagina:Tarchetti - Racconti fantastici, 1869.djvu/82

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rene crescevano le cicute e le ortiche. Passando vicino al monumento che sorgeva prima nella valle e di cui pure non restavano che alcune pietre, l’uomo abbacinato che stava ancora seduto sopra un gradino rimasto intatto, mi disse porgendomi un fazzoletto bruttato di sangue: — recatelo alla signora del castello. Mi trovai assiso sulle rovine: la signora del castello era seduta al mio fianco — eravamo soli — non si udiva una voce, un’eco, uno stormire di fronde nella campagna — essa, afferrandomi le mani, mi diceva: — sono venuta tanto da lontano per rivederti, senti il mio cuore come batte.... senti come batte forte il mio cuore!... tocca la mia fronte e il mio seno: oh! sono assai stanca, ho corso tanto; sono spossata dalla lunga aspettazione.... erano quasi trecento anni che non ti vedeva.

— Trecento anni!

— Non ti ricordi? Noi eravamo assieme in questo castello: ma sono memorie terribili! non le evochiamo.

— Sarebbe impossibile; io le ho dimenticate.

— Le ricorderai dopo la tua morte.