Pagina:Tarchetti - Racconti umoristici, 1869.djvu/145

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menano essi stessi pel naso i sudditi devotissimi.... vieni, vieni.... Ma lascia prima che io prenda i tesori di mio padre.... Ove sono i tesori di mio padre? quel diamante favoloso, quegli smeraldi....

Opala allacciandomi il collo colle sue braccia bianche e delicate, mi diceva colla voce interrotta dal singulto:

— Non uscire, non uscire di qui; forse i Denti bianchi non entreranno in questo tempio, rispetteranno il culto che queste vergini rendono all’amore, forse....

— Ma è impossibile, io interruppi, fuggiamo, fuggiamo, ripariamo verso il mare; se possiamo attraversare la capitale senza essere conosciuti, se...

Ma in quel momento si spalancò l’uscio del serraglio, e una turba di Denti bianchi apparve minacciosa sul limitare. Io non vidi che una cosa, i loro denti, tanto essi erano orribili, tanto erano bianchi, lunghi, aguzzi, scoperti dalle labbra che l’avidità del mordere aveva rovesciate e contratte in una smorfia feroce. Lo ripeto, io non vidi che i loro denti; e in questo stesso momento in cui scrivo, quelle orribili rastrelliere che si digrignavano da sè, come segregate dal resto della persona, come attaccate a qualche cosa d’impercettibile, mi balenano dinanzi agli occhi simili alle dentiere artificiali d’un cavadenti collocate per mostra sopra un fondo di velluto nero in una vetrina. Vederli e rabbrividire, e rimanere là immobile e paralizzato sul luogo, come se vi avessi messo radici, fu un punto solo. Un Dente bianco


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