Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/134

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che vecchi e bambini - disse Bindo Rarieri, soffiandosi il naso come faceva sempre, quando doveva prepararsi a una discussione d'importanza.

Fritz Langen alzò le spalle e rise beffardo.

— E l'Opera del Duomo? - egli domandò, strizzando l'occhio di nuovo - L'Opera della fabbrica costituiva da sola una popolazione maschile. Camerlenghi, scalpellini, ripulitori, l'orologiaio, il campanaro... Stia tranquillo, illustrissimo signor Bindo, che ce n'era da contentare le ricche e le povere, le belle e le brutte.

Il Paterino si era gettato all'indietro sullo schienale della seggiola e si teneva sollevato sulla testa il cappello con tutte e due le mani. Oh! il sapientone aveva finalmente trovato chi poteva tenergli fronte sulle faccende della storia.

— Certo, certo, la Fabbrica del Duomo - il Paterino esclamò. - Tutta roba di preti.

— Insultare i preti non vale — redarguì Bindo Ranieri, già rosso in volto, indirizzandosi al Paterino. - La storia va studiata, dopo si parla. L'Opera del Duomo era formata dei più grandi maestri d'Italia e bisognava che il Comune li mandasse a cercare con le ambascerie, se li voleva. E sfoderavano certe pretese, quei signori artieri. Dieci staia di grano all'anno, misure di vino pei loro bisogni, facoltà di portare armi e di tenersi donne a spese del Comune. Ma così il Duomo diventava sempre più imponente, sempre