Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/146

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lo teneva affascinato. Dove, in quale miniatura di quale codice aveva egli già veduto qualche cosa di simile? Un piccolo portico a sottili colonne, di poco elevato dal suolo; nel fondo, verso il muro, una luce tenue, chiazzata appena di ombre quasi fuggevoli e in piedi, sul davanti, fra le colonne, una donna bella in veste color di viola, con le braccia prosciolte lungo i fianchi, il viso levato in alto, la bocca suggellata come per un mistero. In quale codice miniato aveva egli già veduto qualche cosa di simile?

Disse gioiosamente, agitando il cappello:

— Buona sera, monna Vanna.

Ella forse pensava in quel momento a Fritz Langen, perchè la voce di lui non la turbò nè la stupì.

— Buona sera, signor professore - e si affacciò al muricciuolo fra due vasi fioriti di geranio.

— Che cosa fa lì sola?

— Aspetto che Bindo Ranieri mi venga a prendere, quando sarà buio.

— Intanto io farò il cane fedele a guardia della sua porta. Vuole? - E, incrociate le braccia, si addossò all'angolo della viuzza di fronte.

Ella crollò il capo con una sfumatura d'imbarazzo e chiese:

— Sono accadute disgrazie gravi oggi?

— Sissignora, due casi terribili - egli rispose molto serio. - Un povero topolino è morto di paura dentro il palazzo del Cornelio ed i canarini della mia padrona sono rimasti senza miglio.