Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/156

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inezie intime e dolci. Egli le narrava episodi burleschi della sua scapigliata giovinezza; ella rievocava per lui gli anni della sua adolescenza, quando si trovava in collegio a Siena e la madre superiora, incontrandola lungo i corridoi, alzava la mano a benedirla, e le diceva invariabilmente:

— Gesù Redentore sia con voi.

Vennero a parlare anche di monsignore, e Vanna faceva di lui elogi smisurati.

— Monsignore è buono, è istruitissimo, è il padre di tutti i suoi allievi. È nobile di nascita, nobile di cuore. Giurerei che hanno forzata la sua vocazione; forse non era nato per fare il prete, eppure la sua condotta è di esempio. Si può cercare nella sua vita senza trovare un granellino di polvere - e, così parlando, si divertiva a fasciarsi l'indice con le ciocche odorose dei capelli di Fritz Langen.

Egli sollevava, abbassava adagio il ginocchio per vederle oscillar il busto sottile. A un tratto le chiese, riunendo con malizia le sopracciglia:

— Non c'è mai stato nulla, proprio nulla?

Vanna seguitava a divertirsi coi capelli di lui e domandò, lontana le mille miglia dal comprendere:

— Nulla di che?

— Non ti ha mai fatto così? - e la baciò sulla bocca.

Vanna balzò in piedi, poi barcollò, cercando appoggio con le mani. Egli le aveva dato un colpo di pugnale in pieno cuore.