Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/244

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alla sfuggita, le porgeva scherzosa al compagno, ed egli non sapeva come fare per polverizzarle. S'irritava, giudicava privo di senso il cicaleccio di Serena; ma non sapeva cosa rispondere.

— E lei, professore? Esprima anche lei i suoi concetti - Vanna sollecitò, dopo avere sufficientemente riso delle amenità di Serena, ch'ella si era abituata a considerare come una bestiola assai utile nei momenti di noia. - Questi miei ragazzi si divertono in chiacchiere; parli anche lei professore.

Ecco, il professore, durante i quattro anni di facoltà, aveva concentrata la sua attenzione esclusivamente sopra lo studio dei poemi cavallereschi, prediligendo fin dall'età più tenera, le avventure di Guerrin Meschino, dimodochè la sua tesi di laurea si era naturalmente aggirata su Orlando, paladino di Francia, nella letteratura drammatica per marionette. Egli dunque, rispondendo all'invito di Vanna, non volle uscire dall'ambito delle sue competenze:

— I paladini erano, per principio e dovere, difensori della fede, e Orlando fece della sua croce una spada a Roncisvalle. Anche l'imperatore Carlomagno combattè le sue più grandi battaglie contro i Saraceni - e, non avendo altro da aggiungere, tornò a sorridere, felice di sentirsi vivere in quell'ambiente signorile, felice che Vanna, tenendo fra le dita gemmate un coltellino dal manico d'oro, togliesse per lui dal trionfo centrale una bella pesca candita.