Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/273

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— E di chi vuole che io parli? Lei ha ancora la testa un pochino campata nel vuoto; ma, fra qualche anno, lei sarà una donnetta rara. Si fidi pure del mio giudizio. Lei sarà una donnettina rara, intelligente, schietta, leale, pronta al buono e cattivo della vita. E poi mi piace. Con quella sua aria di me ne rido, con quelle sue gote di melograno, lei mi piace. È cosa detta.

La signorina approvava che altri rendesse giustizia ai suoi meriti e largheggiava anche nel rendersi giustizia da sè, onde non contrappose neppure un minimo briciolo di modestia agli elogi dell'archeologo.

— Sì, credo anch'io che farò buona riuscita. Su questo siamo d'accordo, ma io non voglio sposare lei.

Pericle Ardenzi rimase alquanto sconcertato.

— Lei non vuole sposarmi?

— No.

— E perchè?

— Perchè no, perchè non voglio.

— Non le piace la mia barba? Potrei tagliarla - Pericle disse, forzandosi alla celia, ma punto nel più vivo dell'anima dal rifiuto inaspettato.

— No, la sua barba le sta bene e mi piace; anche lei mi piace. È bravo, è allegro, ha voglia di fare e di arrivare.

Pericle Ardenzi ebbe un moto iroso.

— Lasci andare, per carità. Lei fa come il chirurgo quando immerge il bisturì nelle carni. Parole di zucchero e intanto la lama brucia.