Pagina:Tartufari - Il miracolo, Roma, Romagna, 1909.djvu/358

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mi sarà misericordioso. - Ed egli, per il primo, riacquistò padronanza, riassumendo atteggiamento d'umiltà, che in quella stanza e sotto quella veste ancora gli s'imponeva.

Anche il vescovo aveva riacquistato calma e, senza più parlare al reprobo, senza nemmeno far mostra di averlo di fronte, si rivolse grave a monsignore, e gli disse:

— Provveda immediatamente, signor rettore, acciocchè la pecora guasta non contamini il restante del gregge.

Monsignore si piegò con inchino lunghissimo e baciò umilmente la mano del vescovo, il quale indicò col dito la porta.

Ermanno fece cenno di ossequio, aprì il battente e lo tenne fermo al passaggio di monsignore, inchinandosi con tutta la persona davanti al maestro rispettato ed amato e rendendogli così, al cospetto del vescovo, l'omaggio della sua imperitura devozione.

Il rettore doveva pagare con trasloco quasi immediato quell'atto di filiale gratitudine rivolto a lui da Ermanno Monaldeschi, l'eretico.