Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/101

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dalla parte del suo interlocutore e lo fissava, senza battere palpebra, cogli occhi nerissimi, che lampeg giavano, non ostante la tarda età, indagatori e vividi.

Il risolino astuto diventava sempre più petu lante sul viso di Giovanni, il quale sentiva la propria idea entrare pian piano nella testa della signora Rosemberg e conficcarvisi dolcemente, senza -ombra di sforzo, pari a vite unta di olio cui l'artefice accorto abbia preparato la vìa con paziente lavorìo di preliminare trapanazione.

— Già — egli disse, fregandosi le ginocchia con le palme aperte e secondando il moto del massaggio col leggero dondolìo del busto piegato in avanti. — La ragazza non mangia, la ragazza si consuma. Cosa avrebbe fatto lei al mio posto? Lei avrebbe interrogato la ragazza, non è vero? Questo ho fatto io, e la ragazza, che è schietta come acqua di fonte, ha pianto, si è buttata in terra, si è strappata i capelli, si è graffiata il viso e mi ha confessato tutto. Cosa dovevo fare io? Ho vituperato mia moglie, ho maledetto mia figlia, ho imprecato, ho bestemmiato, ho minac ciato di cacciar Balbina fuori di casa; ma già tutto questo non impedisce che suo nepote, il signor Germano Rosemberg, abbia rovinato l'onore della mia famiglia. Un figlio nascerà e questo figlio sarà sangue mio, sarà sangue suo, cara signora, e noi due siamo nell'obbligo sacrosanto di provvedere!

Era detta! — Se le cose stanno come lei racconta, Ger mano farà il suo dovere — disse la signora Ro semberg semplicemente, non manifestando in nes sun modo la consolazione che quella notizia le recala. MusewmS^?f*ìlsch»ft 2UK1CM