Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/196

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gare cento volte i suoi vestiti ed ella indossa sempre l'abito nero portato dalla campagna.

Adriana, punta sul vivo, rispose: — Ho colpa io se Flora si ostina a non vo lersi togliere di dosso i suoi stracci? — Ha ragione disse con forza l'onorevole, — Ragione di che? — domandò fremente Adriana. — Ragione di non voler indossare i tuoi cenci di seta. Tu non arriverai mai a capire il carattere di tua figlia. Tra lei e te, in fatto di delicatezza, ci corre quanto dalla terra alla luna. Adriana afferrò i braccioli della poltrona, si sollevò a mezzo e, livida di collera, disse a denti stretti: — Se, per caso, ti fosse saltato l'estro d'innamorarti di mia figlia — coi vecchi libertini non si sa mai — ricordati che quella ragazza è sotto la mia protezione e saprò difenderla. Il Montefalco ebbe un gesto iroso di nausea: — Ecco, tu nei sentimenti onesti non ci ca pisci assolutamente nulla. Io innamorato di Flora? Sarebbe come se mi venissero a raccontare che io sono innamorato di mia figlia — e, rompendo ogni diga alla sua indignazione, proseguì: --· Allora, giacché vuoi saperlo, ti dirò che Flora m'inspira una grande pietà. Sì, mi fa pena. Ho anch'io due figlie, dopo tutto, e penso cosa sarebbe di loro se si trovassero nella condizione della tua — e, afferrato il cappello, non volendo più oltre compromettere la sua dignità in una discus sione indecorosa, se ne andò in fretta, incrolla bilmente deciso a non rimetter piede in quella casa. La contessa era una donna pericolosissima, che