Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/200

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e l'immagine della figliuola, poi disse, socchiu dendo le palpebre e girando il capo per baciare Flora sulla estremità del mento:

— Sì, sì, non c'è male, sono ancora passabile; ma allora non capisco perchè le cose vadano tanto a rovescio!

Le cose continuarono a precipitare di male in peggio; anzi ci fu un momento in cui si sarebbe detto che esse si divertissero ad assumere le pro porzioni di valanghe, destinate a sommergere l'appartamento di via delle Fiamme sottoc umuli di macerie.

Penelope, da quando Adriana l'aveva messa alla porta in uno scoppio di collera, mandava alla signora contessa ambasciate insolenti per mezzo di Camilla, che le ripeteva coscienziosa mente, aggiungendovi qualche cosa per suo conto; due commesse della sarta stazionavano mattinate intiere nell'anticamera, avendo missione di tor' mentane la insolvibile cliente con la loro presenza. Esse chiacchieravano interminabilmente con la ca meriera. ed erano accessi di ilarità soffocata ogni qualvolta Camilla si avvicinava in punta di piedi alla porta della stanza, dove Adriana si stordiva a fumare scatole intiére di sigarette.

La cameriera, seguita dalle due commesse, pic chiava all'uscio con discrezione; poi, spingendo la faccia maligna nell'apertura del battente soechiuso, diceva con accento di profondo rispetto:

— Signora contessa, le commesse della sarta aspettano il saldo. Non sono che trecentoquattordici lire.

— Mandale all'inferno — esclamava Adriana fuori di sè.