Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/225

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e un altro signore assai decorativo, che unita mente al colonnello doveva servire da testimonio, attendevano in piedi, coi cappelli a cilindro in mano ed i fracks fioriti di bianco alla bottoniera.

Lo sposo, grave e preoccupato, si avanzò per il primo e strinse silenziosamente la mano alle signore.

Lo sparato della camicia, uscente dall'apertura larghissima del panciotto, si gonfiava, tondeggiando, e aumentava il volume di quel torace già suffi cientemente voluminoso.

Renato, vestito di nero anche lui, ma con lo smoking, si avanzò alla propria volta e s'inchinò profondamente, rivolgendo cortesi parole di au gurio.

Il colonnello Guglielmo Prezzati, basso, tar chiato, calvo a sommo del capo, ornate le labbra di folti baffoni bianchi, era un bel tipo di gau dente, dall'occhio vivo e l'andatura disinvolta. Agiato e libero, voleva godersi gli ultimi anni della vita; ma goderseli senza inutili sperperi nè di salute, nè di quattrini.

Il matrimonio con una donna stagionata e na vigata, bellissima ancora, gli era parso, e forse era, atto di suprema saggezza, onde il colonnello rifletteva allegramente, fra sè e sè, che era stato molto più accorto lui nello scegliersi la sapienza della madre che l'egregio cavaliere Gualterio, il quale aveva preferito l'ignoranza della figlia.

Comunque, tutt'i gusti sono gusti! Egli offerse il braccio alla sposa con galanteria ed il piccolo corteo si mosse. Presso la soglia del portone, Giovanni stava in atteggiamento di parata, mentre Penelope, vestita a festa, e con una massiccia catena d'oro che le