Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/246

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gazzo e si frugò nella tasca interna della giacca. — Eccoti qui il resto delle dieci lire. Flora si strinse nelle spalle e respinse la mano del ragazzo. — Tieni anche queste. — E se papà se ne accorgesse? Flora restò pensosa un momento, avendo già ricevuto in proposito qualche rimprovero. Giorgio, fin dal ritorno dal viaggio di nozze, aveva consegnato alla moglie la chiave del ti retto in cui, mese per mese, stavano custoditi i danari destinati all'andamento della casa; ma, es sendosi riserbato il dir tto di una sorveglianza minuziosa, non gli era sfuggita la scomparsa ri petuta di biglietti da dieci e biglietti da cinque. Aveva interrogato Anna Maria e si era dovuto convincere che Flora non faceva acquisti parti colari e che la spesa giornaliera non varcava i limiti prestabiliti.

Egli si stillava adunque il cervello per sapere dove i suoi danari andassero a finire e interrogava, su di ciò, sua moglie con flemmatica ostinazione: ma Flora si trincerava dietro vaghi dinieghi per evitare noie a Renato, il quale, ad ogni nuova richiesta, esigeva più solenne promessa di silenzio assoluto.

— Ci sono tante piccole spese da fare — ella diceva, fuggendo l'occhio indagatore di Giorgio — tante esigenze che saltano fuori all'improv viso, e i biglietti da dieci prendono il volo, co me se avessero le ali!

Il cavaliere le aveva risposto con una certa severità che le spese non si fanno, quando non è necessario, e che bisogna tenere le esigenze al livello dei propri mezzi. E aveva aumentato di