Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/248

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propria stanza? E non sarebbe una cosa amena, se egli deponesse in salotto la sua giacca, Flora le sue scarpe, Anna Maria il canestro della spesa? A simile stregua, non valeva meglio vivere in una topaia anziché spendere un patrimonio nella pigione, per possedere un appartamento decoroso, fornito di tutte le possibili comodità?

Renato guardava fuori della finestra e teneva l'occhio fisso sul muro della casa di fronte.

Flora, a capo chino, subiva rassegnata lo stil licidio di quelle parole, che ella già sapeva a me moria e di cui avrebbe potuto ripetere, in pre cedenza, ogni più lieve inflessione.

Intanto Giorgio, infatuandosi sempre più, con tinuava a sermoneggiare.

Anzitutto, egli all'età di Renato non sapeva nemmeno che cosa significasse il verbo fumare; poi, quando si è viziosi precocemente, si deve avere il pudore di nascondersi agli occhi dei ge nitori; poi, se nemmeno il pudore si sente più, si deve almeno usare un riguardo ai mobili e non mettersi al rischio di sciuparli con la propria cial troneria!

E, dopo avere accuratamente raccolta la cenere in un pezzettino di carta che gettò dalla fine stra, si rivolse direttamente alla moglie e le do mandò:

— Manca ancora un biglietto da dieci lire nel tiretto della scrivania. Lo hai preso tu?

Renato non battè ciglio; Flora si coperse di rossore; ma rispose eroicamente:

— Si, l'ho preso io! Il cavaliere osservò che egli non si permetteva di chiedere conto alla propria moglie dell'impiego di quel danaro.