Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/253

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figliuola, che ella trattava oramai come amica e confidente, visto che erano entrambe due sposine.

— Ho incontrato l'onorevole Montefalco! Si curo. Quel villanzone provinciale mi passava ac canto impettito, facendo le viste di non ricono scermi. Io l'ho fermato e gli ho presentato mio marito. Figurati che naso! Ma si è ripreso subito ed è stato gentilissimo. Ha domandato di te e ti manda mille rallegramenti per il tuo matri monio.

--· K il colonnello che cosa ha detto? — do mandò Flora.

— Niente. Che cosa doveva dire? Sarebbe bella che una signora rispettabile non potesse avere avuto degli amici! Mio marito è un uomo di spi rito e, dopo tutto, un deputato è sempre un de putato!

Il colonnello la chiamò ed ella aderì premurosa all'invito di prepararsi per togliere il disturbo a quei signori, molto più che Adriana desiderava recarsi alle Varietà a sentire una celebre divette esotica.

Le giornate dell'attesa scorrevano per Flora uguali e placide* nella successione monotona delle stesse vicende.

Suo marito si alzava nè troppo presto nè troppotardi; spazzolava da sè i propri vestiti, assicuran dosi che ogni bottone fosse attaccato solidamente,, ed usciva un quarto prima delle nove per trovarsi all'ufficio in perfetto orario.

A mezzodì c'era la colezione, dopo di che Giorgio si occupava un pochino dei fiori della terrazza o sfogliava, con cautele infinite, l'"album" dei francobolli. Al tocco usciva di nuovo e per correva, per recarsi all'ufficio, una strada pùi