Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/331

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per lei nessuna parola conciliante nei momenti in cui ella tentava di farsi amare e perdonare. Flora, indispettita, tornava a chiudersi in sè, approfit tando dell'ostentata indifferenza di Giorgio per vivere a suo modo, andando e venendo in qua lunque ora della giornata, senza pensare a dare spiegazioni e senza che nessuno pensasse a do mandargliene. Oramai non contava più nella fa miglia. Il cavaliere ed Anna Maria mostravano apertamente di considerarla quale una intrusa che si deve sopportare per fatalità ed a cui si usano dei riguardi per educazione.

Talora ella soffriva in modo atroce per questo suo isolamento; ma il più delle volte non se ne accorgeva o non se ne curava.

Ai primi di marzo avvenne un fatto sbalorditivo. Balbina manifestò all'improvviso il proposito di trascorrere a Roma una parte dell'anno per co minciare l'educazione di Reginetta, e in poche settimane la famiglia Rosemberg si trovò defini tivamente installata in un appartamento di via Torino. Balbina aveva sentito venir da Roma odor di polvere e, audacemente, correva a guardare in faccia il pericolo. Fin dalla prolungata assenza del novembre, aveva compreso che il marito si era impigliato in qualche strana avventura, e il suo fiuto l'aveva fatta accorta che l'avventura, non era di quelle a cui ella poteva opporre la consueta e serena indulgenza. Si pose all'erta, studiò, raccolse, cucì, confrontò ogni parola di Germano, lo interrogò con abilità senza darsene l'aria, fece le viste di essere assor bita completamente nelle sue cure di massaia, e, lasciato, a più riprese, cadere nella conversazione