Pagina:Tartufari - Roveto ardente, Roma, Roux, 1905.djvu/50

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III.

Scalze, succinte, coi busti rigidamente eretti, coi nudi colli bronzini emergenti dai vividi fazzoletti a fiorami, con le brune gote, somiglianti alla corteccia del melograno, affocate per la fatica, le villanelle scendevano agili i solchi, sostenendo sul capo i canestri rotondi, coperti dal mantìle esalante odore di spigo.

Al loro passaggio i mietitori, senza sostare dal lavoro, lanciavano frizzi, cui le portatrici rispondevano con altri frizzi o con cori chiassosi di risate provocatrici.

Tutto spirava sanità e letizia in quella matti nata di giugno, tutto assumeva carattere quasi di rito sacro sotto l'aperto cielo fiammante di luce, entro la cerchia dei colli aurati, offerenti agli umani spighe massicce come se di oro purissimo.

Il moto ritmico dei mietitori, che alzavano e curvavano con atto lento e uniforme le ampie spalle, su cui aderivano le camicie di rozza tela;