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30 IL TORRISMONDO

Ove il rapisce il suo desio tiranno,
Scellerato non è, per grave colpa.
Dove Amore il trasporti o pur disdegno,
D’ira, e d’amor possenti e fieri affetti.
La nostra umanitade ivi più abbonda,
Ov’è più di vigore; e rado avviene
Che generoso cor guerriero ed alto
Non sia spinto da loro, e risospinto,
Come da’ venti procelloso mare.
Però non ricusate al dolor vostro
Quel freno aver, che la ragion vi porge.
Lascio tanti famosi, e chiari esempj
E d’Alcide, e d’Achille, e d’Alessandro;
E lascio il vaneggiar de’ più moderni
Regi, vinti da Amore, e prima invitti.
Vedeste bella e giovinetta donna,
E fu nel poter vostro, e non vi mosse
La bellezza ad amar: costretto, e tardi
Voi rispondeste agli amorosi inviti,
Dando ad Amore e tre repulse e quattro:
Raffrenaste il desio, gli sguardi, e i detti.
Alfine Amor, Fortuna, il loco, e’l tempo
Vinser tanta costanza e tanta fede.
Erraste, e fu d’Amore, e vostro il fallo;
Ma però senza scusa, o senza esempio
Egli non fu; però di morte è indegno.
Nè morte, ch’uom di propria mano affretti,
Scema commesso errare, anzi l’accresce.

TORRISMONDO

Se morte esser non può pena, od emenda
Giusta del fallo, almen del mio dolore
Fia buon rimedio, o fine.