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Pagina:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu/17

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8 atto primo.

     Fui vinta. Io te’l confeſſo, e furon l’armi
     Del vincitore, humiltà, ſofferenza
     70Pianti, ſospiri, e dimandar mercede.
     Moſtrommi l’ombra d’una breue notte
     Allhora quel, che’l lungo corſo, e’l lume
     Di mille giorni non m’hauea moſtrato:
     Ripreſi allhor me ſteßa, e la mia cieca
     75Simplicitate, e diſſi ſospirando:
     Eccotti, Cinthia, il corno, eccotti l’arco,
     Ch’io rinuntio i tuoi ſtrali e la tua vita.
     Coſi ſpero veder, ch’anco il tuo Aminta
     Pur un giorno domeſtichi la tua
     80Roza ſaluatichezza, & ammolliſca
     Questo tuo cor di ferro, e di macigno.
     Forſe, ch’ei non è bello? ò ch’ei non t’ama?
     Ò ch’altri lui non ama? ò ch’ei ſi cambia
     Per l’amor d’altri? ouer per l’odio tuo?
     85Forſe ch’in gentilezza egli ti cede?
     Se tu ſei figlia di Cidippe, à cui
     Fù padre il Dio di queſto nobil fiume;
     Et egli e figlio di Siluano, à cui
     Pane fù Padre, il gran Dio de’ Paſtori.
     90Non è men di te bella (ſe ti guardi
     Dentro lo ſpecchio mai d’alcuna fonte)
     La candida Amarilli; e pur ei sprezza
     Le ſue dolci loſinghe, e ſegue i tuoi
     Diſpettoſi faſtidi. hor fingi, (e voglia
     95Pur Dio che queſto fingere ſia vano)


     Fui vinta. Io te’l confesso, e furon l’armi
     Del vincitore, umiltà, sofferenza
     70Pianti, sospiri, e dimandar mercede.
     Mostrommi l’ombra d’una breve notte
     Allora quel, che’l lungo corso, e’l lume
     Di mille giorni non m’havea mostrato:
     Ripresi allor me stessa, e la mia cieca
     75Simplicitate, e dissi sospirando:
     Eccotti, Cinthia, il corno, eccotti l’arco,
     Ch’io rinunzio i tuoi strali e la tua vita.
     Così spero veder, ch’anco il tuo Aminta
     Pur un giorno domestichi la tua
     80Rozza salvatichezza, ed ammollisca
     Questo tuo cor di ferro, e di macigno.
     Forse, ch’ei non è bello? Ò ch’ei non t’ama?
     Ò ch’altri lui non ama? Ò ch’ei si cambia
     Per l’amor d’altri? Over per l’odio tuo?
     85Forse ch’in gentilezza egli ti cede?
     Se tu sei figlia di Cidippe, a cui
     Fu padre il Dio di questo nobil fiume;
     Ed egli e figlio di Silvano, a cui
     Pane fu Padre, il gran Dio de’ Pastori.
     90Non è men di te bella (se ti guardi
     Dentro lo specchio mai d’alcuna fonte)
     La candida Amarilli; e pur ei sprezza
     Le sue dolci losinghe, e segue i tuoi
     Dispettosi fastidi. Or fingi, (e voglia
     95Pur Dio che questo fingere sia vano)

Ch’egli,