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66.
Accenna la cagione per la quale egli, lontano da la sua donna,
non sol conserva ma accresce l’amore.
Amai vicino; or ardo, e le faville
Porto nel seno onde s’infiamma il foco;
E non l’estingueria tempo né loco
4Ben ch’io cercassi mille parti e mille:
Ché nel vago pensier, luci tranquille,
Piú l’accendete e a voi di ciò cal poco,
E le mie piaghe ancor prendete a gioco
8Con quella bianca man che sola aprille.
Né lontananza oblio m’induce al core,
Né i piú colti paesi o i piú selvaggi,
11Ma tenace memoria e fero ardore;
Perché v’adombro in lauri, in mirti e ’n faggi:
L’altre bellezze, ove m’insidia Amore,
14Sono imagini vostre e vostri raggi.
Rime di T. Tasso, II. | 7 |