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362.


[ FILLIDE ]

1.


Questo riposto bel vago boschetto
     D’ombrosi mirti e d’indorati allori,
     Non de’ rozzi bifolchi o de’ pastori
     4Ma d’amorose dee stanza e ricetto;
Ch’asconde in grembo un picciol ruscelletto
     Le cui rive ambe son pinte di fiori,
     Ove soglion talor Zefiro e Clori,
     8Quando Febo arde il ciel, starsi a diletto;
Ti sacra Tirsi, o faretrato arciero,
     Perché, qualor di saettar sei stanco,
     11Quivi ti posi al mormorar de l’acque.
Ma tu di lei che tanto, oimé!, ti piacque
     Alquanto rendi il cor men crudo e fiero,
     14Ond’ei, vinto dal duol, non venga manco.