Pagina:Tasso - Rime d'amore.djvu/429

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     Stanco dal lungo errare, a te ritorno,
     Sciugasti col tuo vel l’umida faccia
     60E di tua propria man lentasti l’arco
     E lasciva con lui festi soggiorno!
     Ma ’l vergognoso scorno
     Non soffrí Apollo e l’oltraggioso incarco,
     Anzi seguí la traccia
     65Del tuo amatore e fe’ ch’a lui la vita
     Togliesti incauta con crudel ferita.
Ben ti dee rimembrar che poi scorgesti
     Estinto il caro corpo in riva al mare
     Che del tuo stral trafitta avea la fronte,
     70Onde tu sovra quel mesta spargesti
     Lavando la sua piaga in stille amare
     Da l’egre luci un doloroso fonte,
     Dicendo — Ah man, voi pronte
     A l’altrui morte, vita a me togliesti!
     75Ché non si può chiamare
     Vita or la mia, se non vogliam dir viva
     Chi de l’alma e del cor il fato ha priva. —